Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono tra le patologie più frequenti in ambito urologico, colpendo prevalentemente le donne. La prevenzione e il trattamento adeguato sono fondamentali per evitare recidive e complicanze. L’adozione di corretti stili di vita, un’alimentazione sana e una buona igiene personale sono essenziali per proteggere la salute delle vie urinarie.

Pubblichiamo un articolo a firma del Dr. Riccardo Vella, Specialista in Urologia e Andrologia, Consulente LARC Venezia, uscito sull’ultimo numero de Il Monitore Medico, la nostra rivista interna di divulgazione medica distribuita gratuitamente nelle sedi LARC e nelle migliori farmacie del territorio.

Il Gruppo LARC mette a disposizione dei suoi pazienti visite specialistiche di urologia e ginecologia, esami di laboratorio o diagnostici come esame urine ed urocoltura, ed ecografie addominali, oltre a consulenze per promuovere stili di vita sani e prevenire le infezioni urinarie.


Tra le patologie più frequenti di cui si occupa lo specialista urologo ci sono le infezioni delle vie urinarie (IVU): costituiscono circa il 20% delle visite ambulatoriali. Tendenzialmente colpiscono più le donne che gli uomini, anche se bisogna fare distinzioni in base all’età: le cistiti sono più frequenti nelle donne sessualmente attive, mentre i maschi vengono colpiti più frequentemente quando cominciano a comparire i disturbi prostatici.

Le IVU sono classificate in base alla sede: basse vie urinarie: (cistiti, uretriti, prostatiti) e vie urinarie superiori, (cistopieliti e pielonefriti). Sono diverse le cause che provocano le IVU: stili di vita errati, alimentazione, igiene, disturbi dell’alvo, malattie concomitanti (malattie cardiovascolari, diabete mellito, etc), ma anche menopausa, uso di farmaci, cateterismo vescicale, ristagno post-minzionale, interventi chirurgici.

Tra i fattori che causano le infezioni urinarie svolgono un ruolo fondamentale le enterobatteriacee (batteri intestinali) tra cui l’Escherichia Coli, che da solo è il responsabile dell’80% dei casi. Perché possa verificarsi l’infezione devono tuttavia esistere condizioni favorevoli all’accrescimento batterico, con riduzione delle difese locali e sistemiche dell’organismo. Le cistiti possono essere occasionali oppure ricorrenti (in caso di almeno 2 o più episodi negli ultimi 6 mesi o 3 episodi nel corso degli ultimi 12 mesi). Circa una donna su tre ha avuto una cistite nel corso della vita e circa il 25% potrebbe sviluppare un’infezione ricorrente entro 6-12 mesi.

A caratterizzare le cistiti semplici e recidivanti sono alcuni disturbi sempre presenti come minzione frequente (pollachiuria) o dolorosa (stranguria), oppure difficoltà ad urinare (disuria), o ancora dolore sovrapubico, eventuale ematuria (sangue nelle urine), sempre in presenza di urocoltura positiva. Se compare anche febbre elevata con brivido, dolore lombare, nausea e vomito siamo in presenza della più importante e potenzialmente pericolosa infezione renale (pielonefrite).

Quindi quando ci sono disturbi minzionali è sempre opportuno effettuare un esame urine e un’urocoltura (l’esame di laboratorio in grado di determinare presenza, tipo e quantità di batteri nelle urine) in modo da poter diagnosticare con certezza un’infezione e trattarla con l’antibiotico più appropriato. È consigliabile anche effettuare l’ecografia dell’addome con ristagno post-minzionale. È invece da evitare l’utilizzo indiscriminato di antibiotici o il ricorso all’automedicazione in quanto potremmo solo selezionare batteri sempre più difficili da sradicare e resistenti all’antibioticoterapia. Inoltre solo effettuando gli esami e rivolgendosi allo specialista è possibile distinguere le infezioni urinarie dalle patologie che possono mimarne i sintomi.

Il medico curante o lo specialista urologo sanno consigliare il modo più opportuno per trattare ogni infezione urinaria, non solo per risolverla ma anche per prevenire le recidive. La terapia antibiotica va effettuata per il minor tempo possibile per non influenzare la flora batterica intestinale e vaginale. È fondamentale mantenere l’equilibrio della flora batterica intestinale con prebiotici, probiotici e ristabilire l’integrità del rivestimento interno delle vie urinarie. A questo scopo è importante assumere integratori come il d-mannosio, il mirtillo rosso, l’acido ialuronico e altre sostanze che aiutano a eliminare più facilmente i batteri ed evitarne la colonizzazione.

Bisogna poi ricordare l’importanza di osservare buone norme igienico sanitarie: bere adeguatamente, regolarità intestinale, accurata igiene intima, evitare indumenti troppo aderenti o non traspiranti, etc.


Dr. Riccardo Vella, Specialista in Urologia e Andrologia, Consulente LARC Venezia.
Tratto da Il Monitore Medico 01/2025. Leggi il numero completo sul no stro sito.