Malattia di Parkinson, un ambulatorio specifico per il trattamento.
Necessario un approccio integrato e un progetto riabilitativo specifico.
La malattia di Parkinson, sovente chiamata anche “morbo di Parkinson” è una malattia neurodegenerativa: i sintomi iniziali più evidenti sono legati al movimento (tremori, rigidità, lentezza nei movimenti e difficoltà a camminare), si manifesta in seguito con problemi cognitivi e comportamentali, con demenza e comorbidità. Si stima che in Italia siano presenti 230mila persone affette dalla malattia di Parkinson. Presso Gruppo LARC è attivo un ambulatorio specifico per le problematiche di questa patologia. Ne abbiamo parlato con il Dr. Giuseppe Frazzitta, Specialista in Neurologia, Consulente LARC MOMBARCARO.
Dottore, da qualche settimana ha iniziato a collaborare con il Gruppo LARC, dandoci l’opportunità di offrire ai nostri pazienti un nuovo ambulatorio specifico di visite per Parkinson. Ci racconta di cosa si occupa e qual è stato il suo percorso professionale?
Io sono un Neurologo che si è sempre occupato di riabilitazione dapprima presso il centro Maugeri di Montescano (PV) e negli ultimi anni dirigendo un dipartimento di Neuroriabilitazione. Mi sono sempre occupato di pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite (ictus, emorragie cerebrali, traumi cranici) o con malattia di Parkinson. In particolare ho sviluppato negli ultimi vent’anni un percorso integrato per la cura della malattia di Parkinson chiamato Multidisciplinar Intensive Rehabilitation Treatment (MIRT).
Come si svolge la sua visita presso i Poliambulatori LARC?
Io visito una volta al mese presso il centro LARC di Via Mombarcaro 80 e mi occupo soprattutto di pazienti con Malattia di Parkinson per i quali stilo anche uno specifico progetto riabilitativo, che richiede il coinvolgimento di più specialisti a seconda della sintomatologia manifestata e un opportuno piano di fisiokinesiterapia.
Come si arriva a una diagnosi conclamata di Parkinson e quali sono i “campanelli d’allarme” che dovrebbero spingere i pazienti a effettuare una prima visita neurologica?
La diagnosi di malattia di Parkinson è soprattutto clinica: i primi sintomi possono essere il classico tremore, presente però solo nel 50% dei casi, oppure un marcato rallentamento motorio o una difficoltà nell’uso di una mano o una forte alterazione della scrittura ancora anche un dolore alla spalla, sintomo di una scomparsa del normale pendolarismo del braccio durante la marcia. Oltre all’osservazione clinica, è utile l’utilizzo di indagini strumentali di neurovisualizzazione, come la risonanza magnetica ad alto campo. Nei casi dubbi si può ricorrere ad un esame chiamato DAT-Scan (scintigrafia) che permette di valutare la presenza dei recettori per la dopamina. I sintomi motori tipici della malattia infatti sono il risultato della morte di queste cellule.
Una volta individuata la patologia, come continua il percorso del paziente?
Il trattamento della malattia di Parkinson deve essere un trattamento di tipo integrato perché purtroppo non abbiamo farmaci efficaci per molti dei suoi sintomi. In particolare usiamo la levodopa o farmaci analoghi per ridurre la rigidità e aumentare la velocità del gesto (non abbiamo farmaci in grado di risolvere il problema del tremore). Invece per migliorare i disturbi del cammino, della postura e dell’equilibrio sono necessari degli adeguati percorsi di esercizi o, nelle fasi complesse, di riabilitazione. Per i disturbi del linguaggio e della parola invece è indispensabile la logopedia, mentre per i disturbi della scrittura e la riduzione dell’autonomia personale è necessario un trattamento di tipo occupazionale. Ecco perché il trattamento dei pazienti con malattia di Parkinson è di tipo integrato e personalizzato e necessita di medici che abbiano una esperienza delle scienze neurologiche e riabilitative.